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Serge Lutens un esteta del profumo

Serge Lutens ha fatto della Bellezza il suo modello e ragione di vita. Puro esteta, make up artist fantasioso, fotografo appassionato ma soprattutto alchimista multisensoriale di fragranze, considerato da tutti un vero e proprio “poeta del profumo”.
Nato a Lille, il 14 marzo del 1942, Serge Luten ha coltivato sin da bambino l’ideale della Bellezza assoluta, al là di qualunque limite o condizione. Inizia a lavorare da adolescente presso il salone di un prestigioso coiffeur nella sua città, decisivo punto di partenza per la sua carriera. A 20 anni, nel 1962 va a vivere a Parigi e viene assunto da Vogue, dove lavora come acconciatore e make up artist e avrà l’opportunità di collaborare con celebri fotografi come Bob Richardson, Richard Avedon, Irving Penn, Guy Bordin e con le modelle più belle dell’epoca, Marisa Berenson e Twiggy solo per citarne alcune.

A 26 anni, nel ’68, diventa direttore artistico del trucco e creatore di immagine per le pubblicità della casa Christian Dior. Gli viene commissionata dalla maison una linea di cosmetici, definita poi da Vogue “rivoluzionaria”. È in questi anni che Serge, durante uno dei suoi viaggi, scopre Marrakech, di cui s’innamorerà perdutamente e diventerà luogo di grande ispirazione per lui, definendola: “un’immensa biblioteca di odori e profumi”.

Gli anni Ottanta lo consacrano finalmente a guru di bellezza: Luten lavora per Shiseido e Dior e le sue fotografie vengono esposte addirittura al “Guggenheim Museum” di New York, oltre a ricevere due “Leone d’oro” al celebre Festival di Cannes per dei cortometraggi. In questi anni Luten si avvicina al mondo dei profumi: nel 1982 nasce “Nombre Noir”, e di seguito “Feminité du Bois”, targate Shiseido. Nel 2000 crea una collana di profumi tutti suoi con il nome “Serge Lutens Parfum et Beauté”.

I suoi profumi, realizzati con la collaborazione di “nasi” insigni come Christopher Sheldrake, Pierre Bourdone e Maurice Roucel, sono considerati dei veri e propri masterpiece della moderna profumeria. Tra gli indimenticabili:
– “Ambre Sultan”, nel 1993, commovente e misteriosa fragranza profumata di resina, ricca di spezie, patchouli, ambra, vaniglia e resine scure. Tormento notturno, così esotica e selvaggia, è una fragranza che trasuda sessualità. Composizione: ambra, coriandolo, mirto, alloro, origano, sandalo, radici di angelica, patchouli, vaniglia e benzoino.

– “Arabie” nel 2000, fragranza dal carattere forte che racchiude in sé un seducente mondo che ha sapore di oriente e di mistero. Opulenza di frutti e spezie esotiche, Arabie è indomabile, una vera e propria “tempesta in bottiglia”, un vortice di datteri e fichi secchi, reso dolce da bucce di mandarino candito e resine e profondo grazie ai chiodi di garofano e alla noce moscata. A disciplinare il tutto sandalo e cedro. Gloriosamente decadente, ma con dolcezza. Arabesque di voluttà.

Composizione: muschio, cedro, fichi secchi, scorza candita di mandarino, datteri. – “Datura Noir” nel 2001, fragranza ad alta seduzione, riprende il classico tema di cocco, vaniglia e fiori bianchi ma aggiunge un’allure misteriosa ed oscura. Un olezzo ipnotico, ossessivo, che sa di osmanto, tuberosa, eliotropo e datura, accentuato dalla voluttà della tonka e della vaniglia. Datura Noir è un susseguirsi di dolci colline, con picchi scintillanti: ora le note floreali, subito la dolcezza dell’albicocca, e ancora le discese verso la mirra e la mandorla amara. Una miscellanea incantevole ed onirica.

Composizione: mandarino, muschio, tonka, osmanto, mirra, albicocca, olio di cocco, vaniglia, fiori di limone, tuberosa, mandorla amara, eliotropo.
– “Chene” nel 2004, essenza pura di Luten: frutta, legno e spezie. La quercia si avviluppa alla cera d’api e alle note di rum per creare una miscela pregna di resine e succhi legnosi. L’ambiguità della tonka risuona in quella di betulla e quercia. Timo nero e cedro si uniscono e rimane un’amarezza in sottofondo del tannino di quercia, accompagnata da un tocco persistente di muschio.
Composizione: cera d’api, betulla, rum, tonka, linfa di legno, cedro, rovere, timo nero.

– “Borneo 1834” nel 2005, volutamente barocca, la fragranza è una distorsione fatta di bruciante canfora, immediatamente seguita da patchouli e cacao che sfumano nella liquerizia. Morbidezze resinose date dal ladano e dal galbano. Il profumo richiama atmosfere calde che sanno di serate alla poltrona in compagnia di un buon libro, con la sola luce suadente del fuoco del caminetto. Composizione: ladano cisto, note floreali, patchouli indonesiano, cacao, galbano.

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